L'Autore
Monica Payne
Avvocato
Avvocato
In questo periodo di profonda crisi economica accade
di consueto che un soggetto, nell’impossibilità di fronteggiare i propri debiti
si ritrovi, suo malgrado, destinatario di un’azione esecutiva intentata dal
creditore (banca, condominio, equitalia,) per il recupero forzoso del credito
che, soprattutto per quei crediti di non modesto valore, si traduce spesso in
un un pignoramento immobiliare.
A seguito del pignoramento l’immobile potrebbe essere
venduto all’asta con la inevitabile e drammatica conseguenza che il debitore
non solo perdi la disponibilità della propria abitazione ma che possa rimanere
ancora insolvente nell’ipotesi in cui il ricavato dell’asta non risulti
capiente per sanare l’intera esposizione debitoria.
E’ il caso, questo, in cui, a seguito di più aste
andate deserte il prezzo di vendita viene ribassato di gran lunga rispetto al
valore di mercato o anche nell’ipotesi in cui il credito è superiore al valore
di stima del bene.
Per ovviare al rischio di perdere la propria casa e
per di più non riuscire a guadagnare
alcunchè dal ricavato della vendita dopo aver soddisfatto i creditori,
nell’ipotesi in cui il debitore non abbia ulteriori disponibilità economiche
per addivenire ad una transazione con le banche e liberare la propria
abitazione, è possibile invece intervenire e vendere l’immobile prima dell’asta
giudiziaria mediante la pratica delle vendite cosiddette “a saldo e
stralcio”.
Si tratta di un accordo con il creditore o tutti i
creditori, il debitore proprietario ed il potenziale acquirente del bene
finalizzato alla negoziazione del debito al fine di ottenere la liberazione
dell’immobile e la chiusura della procedura esecutiva, pagando a stralcio,
ovvero una somma inferiore rispetto al debito, con soddisfazione di tutti e tre
i soggetti che hanno partecipato alla trattativa.
Facciamo un esempio: valore bene Euro 100.000,00 –
valore debiti Euro 120.000,00
Ipotesi A (senza pratica a saldo e stralcio) = il ricavato della vendita all’asta
del bene verrà attribuito interamente al creditore o distribuito tra i più creditori;
Ipotesi B (con pratica a saldo e stralcio) = un potenziale terzo acquirente
potrebbe essere interessato ad acquistare il bene per la somma di Euro
80.000,00 offrendo al creditore la somma di Euro 40.000,00/50.000,00.
E’ evidente che nell’ipotesi B vi sarebbe l’interesse del creditore in quanto recuperando
subito una parte del credito eviterebbe
le ulteriori spese processuali, la lungaggine dei tempi ed il rischio di
riduzione eccessiva del prezzo base di asta rispetto al valore stimato; l’interesse
dell’acquirente che comprerebbe un bene ad un prezzo inferiore a quello di
mercato ed infine del debitore proprietario che otterrebbe giovamento
dal ricavato della vendita potendo disporre della differenza tra il prezzo
corrisposto dall’acquirente ed il pagamento a saldo e stralcio del debito oltre
che ad essere cancellato dalla Centrale Rischi con possibilità di tornare
nuovamente ad essere finanziabile.
(Per la tua consulenza personalizzata scrivi a: Avv.
Monica Payne email: mpayne@meiiservizi.it oppure chiama ai numeri 06.83.979.339 - 06.51.49.924)
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